Scudetto da braccio G.I.L. Plotone Tipo Padova 1937 Gioventù Italiana del Littorio
Bellissimo e raro scudetto da braccio, in lamierino di ottone verniciato in smalti policromi del “PLOTONE TIPO PADOVA” della Gioventù Italiana del Littorio (G.I.L.)…
Descrizione prodotto
Bellissimo e raro scudetto da braccio, in lamierino di ottone verniciato in smalti policromi del “PLOTONE TIPO PADOVA” della Gioventù Italiana del Littorio (G.I.L.).
Veniva cucito sul braccio sinistro della giacca.
Al recto presenta degli smalti gialli e rossi, richiamando i colori della città di Roma, a dimostrazione del forte richiamo emotivo ai fasti militari dell’urbe eterna, inoltre in rilievo un fascio littorio, il gladio e uno scudo.
Lungo i bordi dello scudo è presente la dicitura “PLOTONE TIPO PADOVA”.
Questo tipo di scudetto venne introdotto dal 29 ottobre del 1937 in occasione della creazione della G.I.L., ogni comando federale aveva il proprio distintivo con riportato il nome della città e le diciture “AVANGUARDISTI” o “GIOVANI FASCISTI” ad eccezione di Bologna ( X Legio) e Padova.
Le condizioni di conservazione, vista la tipologia dei materiali, risultano ottime; possiede una patina del tempo splendida.
Epoca | 1937 |
Nazione | Italia |
Materiali e finiture | Ottone e smalti policromi |
Dimensioni | 5 cm x 4,7 cm |
Rarità |
Durante il ventennio, il Fascismo presentò un vero e proprio piano di educazione nazionale con l’intento di creare un nuovo tipo di italiano plasmandone lo spirito e il corpo.
Per realizzare questo suo programma, il PNF creò il 29 ottobre 1937 ad hoc un’organizzazione, la G.I.L. che è acronimo della Gioventù Italiana del Littorio, nata dalla fusione dell’Opera Nazionale Balilla (ONB) e dei Fasci Giovanili di Combattimento (FFGGC), avente la mansione di prendersi cura degli italiani fin dalla nascita.
Compito della G.I.L. era quello di interessarsi alla formazione fisica, spirituale e militare dei giovani, seguendo il dettame fascista che indicava: “le funzioni del cittadino e del soldato sono inscindibili nello stato fascista….(…)…..l’addestramento militare è parte integrante dell’educazione nazionale”.
La G.I.L. aveva come dovere la “cultura fisica e l’addestramento militare”, occupandosi della preparazione spirituale, sportiva e premilitare, partendo dall’insegnamento nelle scuole elementari e medie, dalla creazione e funzionamento di corsi, scuole collegi, accademie, in relazione con le proprie finalità, dell’assistenza, svolta essenzialmente attraverso i campi, le colonie climatiche, il patronato scolastico ecc. e dell’organizzazione di viaggi e crociere.
– fino agli otto anni i bambini facevano parte dei Figli della lupa;
– dagli otto ai tredici anni si diventava Balilla;
– dai tredici ai diciassette anni si era Avanguardisti;
– dai diciassette ai ventuno anni, infine, si era Giovani fascisti.
In sintesi si può affermare che la G.I.L. serviva a preparare il cittadino a divenire un soldato ben addestrato ancor prima di essere inquadrato nel Regio Esercito.
In questo modo il REI impiegava meno tempo nell’addestramento delle reclute che, arrivando dalla GIL di fatto, dovevano essere già pronte alla vita militare.
Si aspirava quindi che le reclute, nell’atto dell’arruolamento, fossero ormai istruite, all’uso delle armi e alle elementari attività belliche, essendo già addestrate allo scontro individuale e di squadra, al servizio di pattuglia, al servizio di presidio etc.
Per meglio attendere alla insegnamento “premilitare”, la G.I.L. disponeva, oltre a semplici corsi con istruttori volutamente preparati, anche corsi specialistici: per mitraglieri, per cavalieri, per artiglieri, genieri, etc.
Era di certo un’organizzazione di straordinaria importanza, grazie alla G.I.L. i giovani e le giovani partecipavano a campi estivi, colonie, viaggi e crociere.
In più, la prole delle famiglie disagiate poteva avvalersi di un patronato scolastico, che con una seria struttura statale creava condizioni favorevoli allo studio per tutti.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Giovent%C3%B9_italiana_del_littorio
L’opera nazionale balilla (ONB) fu un ente di stato del Regno d’Italia, istituito con legge votata dal parlamento, durante il ventennio fascista.
La denominazione fu ispirata alla figura di Giovan Battista Perasso, detto “Balilla”, il giovane genovese che secondo la tradizione avrebbe dato inizio alla rivolta contro gli occupanti austriaci nel 1746: un’immagine di modello rivoluzionario cara al regime fascista.
Il fascismo delle origini si proponeva come un movimento di rottura rispetto allo Stato liberale giolittiano ed alle sue istituzioni, ambiente educativo compreso: già nel 1919 Filippo Tommaso Marinetti, futurista e “fascista della prima ora”, aveva proposto l’istituzione di “scuole di coraggio fisico e patriottismo”.
Dopo la marcia su Roma, il nascente regime mussoliniano si pose il problema di come “fascistizzare” la società, a partire dai più giovani: nel dicembre 1925 Mussolini diede all’ex ardito Renato Ricci la guida del movimento giovanile del PNF (l’Avanguardia giovanile fascista) con il compito di “riorganizzare la gioventù dal punto di vista morale e fisico”.
Per l’occasione Ricci prese contatti in Inghilterra con Robert Baden-Powell, fondatore dello scautismo (che secondo lo stesso Ricci gli avrebbe dato “preziosi consigli”), ed in Germania con gli esponenti della Bauhaus.
Una legge del 3 aprile 1926 sancì così la nascita dell’Opera nazionale balilla (ONB), che Ricci avrebbe diretto fino al 1937.
Vi avrebbero fatto parte i giovani dagli 8 ai 18 anni, ripartiti in due sottoistituzioni: i balilla e gli avanguardisti.
“L’Opera nazionale balilla per l’assistenza e per l’educazione fisica e morale della gioventù” (nome completo dell’ente di stato) fu fondata nel 1926 come ente autonomo, l’ONB confluì, insieme ai Fasci giovanili di combattimento, nella GIL (Gioventù italiana del littorio) a partire dal 1937.
L’ONB mirava non solo all’educazione spirituale, culturale e religiosa, ma anche all’istruzione premilitare, ginnico-sportiva, professionale e tecnica.
Scopo dell’ONB era infondere nei giovani il sentimento della disciplina e dell’educazione militare, renderli consapevoli della loro italianità e del loro ruolo di “fascisti del domani”.
Nel 1927 il regime fascista sciolse per legge le organizzazioni giovanili non fasciste, tra cui le associazioni scout: il Corpo nazionale giovani esploratori italiani (pluriconfessionale) fu sciolto quell’anno; l’Associazione scoutistica cattolica italiana (ASCI) fu obbligata a chiudere tutti i reparti nelle località sotto i 20.000 abitanti, prima della chiusura completa nel 1928; l’Associazione dei ragazzi pionieri italiani (ARPI) cessò volontariamente le attività.
Molti scout continuarono a svolgere le proprie attività in clandestinità e parteciparono attivamente alla lotta antifascista.
Uno dei principali gruppi che continuarono le attività fu quello delle Aquile randagie, a Milano e alcuni gruppi scout italiani all’estero proseguirono le loro attività.
L’unica organizzazione rimasta attiva fu la Gioventù Italiana Cattolica, che dovette comunque ridurre le proprie attività.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Opera_nazionale_balilla
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