Distintivo R.S.I Opera Balilla da basco campione approvato con sigillo 1944
Spettacolare e intonso fregio da basco degli Avanguardisti delle “Fiamme Bianche” nella Repubblica Sociale Italiana…
Descrizione prodotto
Spettacolare e intonso fregio da basco degli Avanguardisti delle “Fiamme Bianche” nella Repubblica Sociale Italiana.
Un vero pezzo unico nel suo genere in quanto questo distintivo è proprio il “campione” con la sua relativa approvazione di produzione da parte della Presidenza Centrale dell’OB della R.S.I.!
Il fregio, in lamierino d’alluminio stampato, è ancora cucito al suo originale cartoncino dell’epoca e presenta il timbro circolare di approvazione della Presidenza Centrale Opera Nazionale Balilla; altra peculiarità, lo spago incastonato nella ceralacca nera con il sigillo a forma di fascio repubblicano dell’OB.
Inoltre lo status di campione approvato e la sua particolare confezione, conferiscono al pezzo una aggiunta ed inequivocabile garanzia di originalità.
Il fregio presenta la regolamentare “M” di Mussolini degli Avanguardisti ed il nuovo fascio repubblicano dell’OB repubblicana..
Veniva indossato dagli appartenenti al Reparto sul basco nero.
Epoca | 1944 |
Nazione | Italia |
Materiali e finiture | Lamierino di alluminio stampato su cartoncino pesante, spago e ceralacca nera |
Dimensioni | 5,8 cm x 7,5 cm |
Peso | 6 grammi |
Rarità |
L’Opera Balilla nella RSI, erede dell’Opera Nazionale Balilla fondata nel 1926, naturalmente rinacque dopo il settembre del 1943
Come la sua precorritrice l’OB mirava non solo all’educazione spirituale, culturale e religiosa, ma anche all’istruzione premilitare, ginnico-sportiva, professionale e tecnica. Scopo dell’OB era anche infondere nei giovani il sentimento della disciplina e dell’educazione militare, renderli consapevoli della loro italianità e del loro ruolo di “fascisti del domani”.
L’Opera Balilla era formata da: figli della lupa, balilla, piccole italiane, giovani italiane e avanguardisti.
Della rinata OB, parte di maggior rilievo erano i giovani avanguardisti delle “Fiamme Bianche”, la cui età minima per l’arruolamento era fissata a 15 anni e furono molti coloro che fecero “carte false” per poter essere arruolati in diverse città del Nord Italia.
Il primo reparto “Squadre d’Azione Fiamme Bianche” venne formato a Milano, seguirono poi Genova e le altre città del Nord. Il 20 maggio del 1944, duemila giovani “Fiamme Bianche” vennero inviate in un campo di addestramento a Velo d’Astico (Vicenza), formando quattro battaglioni alle dipendenze del Comando della GNR. Il 10 agosto venne sciolto il campo e i ragazzi che riuscirono a superare il corso andarono a formare due battaglioni, che furono inviati nelle vicinanze di Como al confine con la Svizzera. I giovani componenti delle altre unità furono destinati al Btg. “M” Roma, alla Divisione Etna, alla Legione Muti, al battaglione pompieri S.Barbara e ad alcuni nelle Brigate Nere. I battaglioni delle “Fiamme Bianche” nei giorni finali del conflitto furono tra gli ultimi reparti a deporre le armi, per questo motivo in periodo di “pace” molti di loro furono uccisi barbaramente.
Le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana furono schierate in Italia e all’estero e combatterono sia contro gli Alleati sia contro i vari movimenti di lib erazione presenti nelle nazioni dove erano dislocate.
All’estero i principali teatri operativi che videro schierate formazioni militari della RSI furono: i Balcani, dove operarono vari Battaglioni di CCNN, aggregati alle formazioni tedesche, che condussero una cruenta lotta contro le formazioni titine; le isole dell’Egeo, dove rimasero di presidio sino al maggio 1945 contrastando i tentativi di infiltrazione e di sbarco delle Forze Speciali Alleate; in Francia, schierate a fianco dei tedeschi nelle isole della Manica, sulle coste della Normandia, sulle coste provenzali e nella Valle del Rodano; in Germania, dove, oltre ai reparti schierati sul Baltico, furono impiegati migliaia di militari nella Flak o come lavoratori militarizzati (senza contare le decine di migliaia di militari internati che furono impiegati come lavoratori civili); in Romania; in Polonia; sul fronte orientale enell’estremo Oriente.
In pratica non vi fu fronte ove non fossero presenti militari della RSI.
Essi combatterono singolarmente o in piccoli gruppi, incorporati nelle formazioni tedesche o come reparti appartenenti all’Esercito Nazionale Repubblicano.
Se questa era la situazione al di fuori dell’Italia, più complessa era la condizione in Patria.
Inoltre vi era l’onere di un impegnativo fronte interno di controllo del territorio e di lotta contro le formazioni partigiane le quali, con il passar del tempo, diventavano sempre più agguerrite e numericamente consistenti. Non da ultimo, vi era la difesa delle coste e la difesa antiaerea, da attuare contro un nemico sempre più aggressivo e potente.
Nella lotta contro le formazioni partigiane furono impiegati: la Guardia Nazionale Repubblicana, i Cacciatori degli Appennini, i RAP, le SS Italiane, le Brigate Nere.
Per un breve periodo fu impiegata anche la Div. Decima Mas, mentre successivamente solo alcuni suoi reparti, e, saltuariamente, anche i paracadutisti del Folgore.
Oltre a queste formazioni, parteciparono alle operazioni di rastrellamento antipartigiani anche reparti della Div. Monterosa, schierata sulla costa ligure con funzioni antisbarco e controllo delle vie di comunicazione verso la Pianura Padana, e, soprattutto, la Div. San Marco che, poiché era rimasta sempre schierata sul territorio a cavallo tra Liguria e Piemonte con gli stessi compiti della Monterosa, fu maggiormente coinvolta nella lotta antipartigiana contro formazioni liguri e piemontesi.
Sul fronte della Linea Gotica furono schierati, in tempi diversi, un gruppo da combattimento della Monterosa, due battaglioni della San Marco, laDiv. Italia”, reparti della Div. Decima Mas, il Btg. Bersaglieri G. Mameli, gli arditi del Btg. Farli, svariate compagnie della Div. Etna aggregate alla Flak tedesca, reparti del Genio, delle Salmerie e delle Fortificazioni Costiere.
L’evento più significativo collegato alla presenza delle truppe della RSI sulla Linea Gotica fu, senza dubbio, l’offensiva del Natale 1944 “Wintergewitter” nella Garfagnana, alla quale parteciparono gli alpini della Monterosa e i marò della San Marco.
Il fronte sul confine francese fu aperto dopo lo sbarco in Provenza nell’agosto 1944 e la conseguente avanzata degli Alleati lungo la Valle del Rodano e i contrafforti delle Alpi.
Il rischio di uno sconfinamento verso la Pianura Padana attraverso i passi alpini era ben presente nell’alto Comando della Wehrmacht che, con rapida decisione, potenziò le scarse difese presenti schierando immediatamente tutti i reparti italiani disponibili.
Presero quindi posizione, a difesa dei confini piemontesi e valdostani, la Div. Monterosa,la Div. Littorio e il Rgt. Folgore, coni reparti intervallati a quelli tedeschi, che sì schierarono sul confine appoggiandosi alle fortificazioni del Vallo Alpino.
Fu per merito di queste truppe se i confini furono mantenuti praticamente inalterati. Infatti, solo grazie a loro fu impedito alle truppe francesi di sconfinare e conquistare il territorio italiano;ciò è valido soprattutto per quanto riguarda la Valle d’Aosta, dove più forti erano le mire annessioniste dei francesi ed era inoltre presente un movimento separatista locale.
Sul confine orientale, dove i territori italiani erano stati inseriti all’interno di un protettorato tedesco, la lotta contro i partigiani titini, che miravano a spostare il confine fino al Tagliamento, fu particolarmente dura e feroce.
A difendere l’italianità dell’Istria, della Dalmazia e i confini della Venezia Giulia, concorsero il Btg. Bersaglieri Mussolini, il Rgt. Alpini Tagliamento, laMilizia Difesa Territoriale, vari battaglioni e gruppi artiglieri a Difesa Costiera e la Div. Decima Mas che, nell’inverno 1944/45, schierò, per alcuni mesi, alcuni suoi reparti.
Nella difesa antiaerea delle città e delle strutture militari fu impiegata l’AR-CO, coadiuvata dalle batterie della Div. Etna della GNR e dalla Flak tedesca, nella quale combatterono migliaia di militari italiani.
La difesa costiera fu assicurata da decine di batterie, con la duplice funzione antinave/antiarea, con organico misto formato da artiglieri italiani e tedeschi.
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