Distintivo R.S.I. 1° Btg. CC.NN. IX Settembre Guardia Nazionale Repubblicana 1945 Emme Rossa
Bellissimo distintivo per il 1° Btg. “M” IX Settembre della Repubblica Sociale Italiana.
Il distintivo, di splendido conio, prodotto all’inizio del 1945 in pochi esemplari e sicuramente mai distribuito…
Descrizione prodotto
Bellissimo distintivo per il 1° Btg. “M” IX Settembre della Repubblica Sociale Italiana.
Il distintivo, di splendido conio, prodotto all’inizio del 1945 in pochi esemplari e sicuramente mai distribuito, consiste in uno spesso ovale di bronzo brunito, con un cartiglio “1° Btg. CCNN IX Settembre” con smalto nero contornante una M rossa, anch’essa smaltata, in rosso, fregio dei Btg. M e monogramma di Mussolini, la “M” sovrasta un fascio littorio repubblicano circondato alla base da fiamme, tutti elementi archetipi dell’iconografia Fascista.
Sul retro del distintivo sono applicati i due fermagli a spilla originali dell’epoca, in ottone, come nel caso di altri di grandi dimensioni o peso, vedi il Distintivo d’Onore della MNR o quello simile della Xa MAS.
Concludendo, un pezzo eccezionale difficilmente reperibile completo e in queste splendide condizioni.
Epoca | 1945 |
Nazione | Italia |
Materiali e finiture | Bronzo brunito e fermagli in ottone |
Dimensioni | 5,5 cm x 4,5 cm |
Peso | 46 grammi circa |
Rarità |
(Due rare immagini del 1° Btg. CC.NN. “IX Settembre”)
Il 1° Btg. “M” IX Settembre
Una delle unità più efficienti della Repubblica Sociale Italiana, tanto da essere definito da uno dei Comandi tedeschi ai quali fu assegnato quale “il miglior reparto della RSI”, mentre Benito Mussolini così si espresse durante una visita al Battaglione nel 1944: “Il Battaglione IXSettembre è da considerarsi il padre del nuovo esercito repubblicano perché mai voi scioglieste le file, mai deponeste le armi. Se tutti i soldati d’Italia l’8 settembre avessero imitato il vostro esempio, l’Italia non si troverebbe in così tristi e misere condizioni”. La storia del 1° Btg. IX Settembre merita un approfondimento. I legionari della 3a Cp. del L Btg. da sbarco di stanza a Tolone, già dopo il 25 luglio ’43 avevano preso contatto con le truppe tedesche, così l’8 settembre non posarono le armi ma, insieme ad altri militi del battaglione e del XLII Btg. CCNN da sbarco, si misero subito a disposizione del presidio tedesco, venendo da quel momento inseriti con la denominazione di “Compagnia Zardo”, dal nome del suo comandante, nella Div. Brandenburg.
Il reparto perciò non solo non posò mai le armi, ma di fatto divenne un reparto operativo diretto dai comandi tedeschi. Essi utilizzarono il reparto nelle retrovie del fronte italiano, al suo rientro da Telone, poi sul fronte orientale con la Div. Brandenburg e, dalla fine di gennaio ’45, nel Veneto sotto il comando
operativo del Banden-Kampf-Fuhrung. Il reparto non appartenne mai quindi alla GNR, nonostante portasse le mostrine con la M rossa, ma fu assunto in forza all’Esercito della RSI, anche se solo per quanto
riguardava le funzioni amministrative e personali relative al personale italiano inquadrato nei reparti tedeschi, mentre per quanto riguarda l’impiego operativo esso fu sempre subordinato ai comandi tedeschi. In sostanza fu un reparto completamente formato da militari italiani comandati da ufficiali italiani che fu impiegato in funzioni antiguerriglia dalla Wehrmacht e poi dalle SS.
Il battaglione cedette le armi nella mattinata del
30 aprile 1945 nei pressi di Vittorio Veneto. Primo comandante del battaglione fu il Cap. Adalberto Zardo; successivamente, il Ten. Alfredo Valent, poi il Ten. Vincenzo Colacino, quindi il Ten. Giulio Grassano, poi nuovamente il Ten. Colacino sino alla fine delle ostilità.
Zona di impiego
Rientrato in Italia alla fine di settembre 1943, nel mese di ottobre fu schierato in Abruzzo, poi nelle Marche, con compiti antiparacadutisti, antipartigiani e truppa di riserva. Dal 27 ottobre 1943 al 5 gennaio 1944 un gruppo del battaglione partecipò alla difesa dell’isola d’Elba; dal 1° novembre 1943 al 5 gennaio 1944 un gruppo partecipò alle operazioni di rastrellamento dietro il fronte della Linea “Gustav”; dal 23 gennaio 1944 fu trasferito sul fronte Anzio-Minturno-Nettuno; dal 19 febbraio ad Ortona; dal 3 marzo nelle Marche ed Abruzzo adibito a grandi operazioni di rastrellamento; durante la ritirata da Roma, fu impiegato come truppa di copertura a protezione delle truppe tedesche in ritirata sulla linea Pesaro-Arezzo; dal 29 giugno fu schierato sulla linea Forlì-Firenze, con compiti antipartigiani; dal 26 agosto fu trasferito in Valle d’Aosta svolgendo operazioni antipartigiani e di linea; dal 21 novembre ’44 sino al 4 gennaio 1945 operò a Konigsberg nella Prussia Orientale; dal 1° febbraio al
31 marzo ’45 nel bresciano a Lumezzane; dal 1° al 30 aprile ’45 nel Veneto, tra Vittorio Veneto, Passo di San Boldo, Passo del Fadalto e il Pian del Cansiglio.
Organico
II 9 settembre gli uomini che aderirono all’invito del Cap. Zardo furono circa 400, saliti a circa 600 il 20. Seguì un periodo di addestramento e ai primi di ottobre il trasferimento in Italia del reparto, depurato degli elementi meno prestanti tìsicamente e psicologicamente.
Nel periodo da ottobre a fine anno l’organico si attestò intorno alle 350 unità, formato da: Plotone Comando, 2 compagnie, di cui la prima su comando, 3 Plotoni Fucilieri e un Plotone Armi di Accompagnamento con 2 mitragliatrici, 2 mortai da 81 e 2 da 45 e la 2a Cp. su 3 plotoni; 1 reparto servizi.
Nella primavera del ’44 il battaglione fu ristrutturato su: comando, 3 compagnie su Plotone Comando e 3 plotoni fucilieri, gruppo servizi speciali. L’organico era di circa 300 uomini.
Di fatto ogni compagnia si articolò su un Plotone Comando, un Plotone Fucilieri, un Plotone Mitraglieri e un Plotone Mortaisti su due o tre armi.
(da Carlo Cucut, Le FFAA della RSI, Trento 2005)
Le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana furono schierate in Italia e all’estero e combatterono sia contro gli Alleati sia contro i vari movimenti di liberazione presenti nelle nazioni dove erano dislocate.
All’estero i principali teatri operativi che videro schierate formazioni militari della RSI furono: i Balcani, dove operarono vari Battaglioni di CCNN, aggregati alle formazioni tedesche, che condussero una cruenta lotta contro le formazioni titine; le isole dell’Egeo, dove rimasero di presidio sino al maggio 1945 contrastando i tentativi di infiltrazione e di sbarco delle Forze Speciali Alleate; in Francia, schierate a fianco dei tedeschi nelle isole della Manica, sulle coste della Normandia, sulle coste provenzali e nella Valle del Rodano; in Germania, dove, oltre ai reparti schierati sul Baltico, furono impiegati migliaia di militari nella Flak o come lavoratori militarizzati…
Essi combatterono singolarmente o in piccoli gruppi, incorporati nelle formazioni tedesche o come reparti appartenenti all’Esercito Nazionale Repubblicano.
Se questa era la situazione al di fuori dell’Italia, più complessa era la condizione in Patria.
Sostanzialmente si possono individuare tre fronti ben delineati contro il nemico esterno: la Linea Gotica, il confine francese, il confine iugoslavo,oltre al primo impiego agli inizi del 1944 del Btg. Barbarigo della DecimaMAS, della Folgore,del Nembo e delle SS italiane oltre di altri reparti minori contro la testa di ponte anglo-americana a Anzio/Nettuno.
Inoltre vi era l’onere di un impegnativo fronte interno di controllo del territorio e di lotta contro le formazioni partigiane le quali, con il passar del tempo, diventavano sempre più agguerrite e numericamente consistenti. Non da ultimo, vi era la difesa delle coste e la difesa antiaerea, da attuare contro un nemico sempre più aggressivo e potente.
Nella lotta contro le formazioni partigiane furono impiegati: la Guardia Nazionale Repubblicana, i Cacciatori degli Appennini, i RAP, le SS Italiane, le Brigate Nere.
Per un breve periodo fu impiegata anche la Div. Decima Mas, mentre successivamente solo alcuni suoi reparti, e, saltuariamente, anche i paracadutisti del Folgore.
Oltre a queste formazioni, parteciparono alle operazioni di rastrellamento antipartigiani anche reparti della Div. Monterosa, schierata sulla costa ligure con funzioni antisbarco e controllo delle vie di comunicazione verso la Pianura Padana, e, soprattutto, la Div. San Marco che, poiché era rimasta sempre schierata sul territorio a cavallo tra Liguria e Piemonte con gli stessi compiti della Monterosa, fu maggiormente coinvolta nella lotta antipartigiana contro formazioni liguri e piemontesi.
Sul fronte della Linea Gotica furono schierati, in tempi diversi, un gruppo da combattimento della Monterosa, due battaglioni della San Marco, laDiv. Italia”, reparti della Div. Decima Mas, il Btg. Bersaglieri G. Mameli, gli arditi del Btg. Farli, svariate compagnie della Div. Etna aggregate alla Flak tedesca, reparti del Genio, delle Salmerie e delle Fortificazioni Costiere.
L’evento più significativo collegato alla presenza delle truppe della RSI sulla Linea Gotica fu, senza dubbio, l’offensiva del Natale 1944 “Wintergewitter” nella Garfagnana, alla quale parteciparono gli alpini della Monterosa e i marò della San Marco.
Il fronte sul confine francese fu aperto dopo lo sbarco in Provenza nell’agosto 1944 e la conseguente avanzata degli Alleati lungo la Valle del Rodano e i contrafforti delle Alpi.
Il rischio di uno sconfinamento verso la Pianura Padana attraverso i passi alpini era ben presente nell’alto Comando della Wehrmacht che, con rapida decisione, potenziò le scarse difese presenti schierando immediatamente tutti i reparti italiani disponibili.
Presero quindi posizione, a difesa dei confini piemontesi e valdostani, la Div. Monterosa,la Div. Littorio e il Rgt. Folgore, coni reparti intervallati a quelli tedeschi, che sì schierarono sul confine appoggiandosi alle fortificazioni del Vallo Alpino.
Fu per merito di queste truppe se i confini furono mantenuti praticamente inalterati. Infatti, solo grazie a loro fu impedito alle truppe francesi di sconfinare e conquistare il territorio italiano;ciò è valido soprattutto per quanto riguarda la Valle d’Aosta, dove più forti erano le mire annessioniste dei francesi ed era inoltre presente un movimento separatista locale.
Sul confine orientale, dove i territori italiani erano stati inseriti all’interno di un protettorato tedesco, la lotta contro i partigiani titini, che miravano a spostare il confine fino al Tagliamento, fu particolarmente dura e feroce.
A difendere l’italianità dell’Istria, della Dalmazia e i confini della Venezia Giulia, concorsero il Btg. Bersaglieri Mussolini, il Rgt. Alpini Tagliamento, laMilizia Difesa Territoriale, vari battaglioni e gruppi artiglieri a Difesa Costiera e la Div. Decima Mas che, nell’inverno 1944/45, schierò, per alcuni mesi, alcuni suoi reparti.
Nella difesa antiaerea delle città e delle strutture militari fu impiegata l’AR-CO, coadiuvata dalle batterie della Div. Etna della GNR e dalla Flak tedesca, nella quale combatterono migliaia di militari italiani.
La difesa costiera fu assicurata da decine di batterie, con la duplice funzione antinave/antiarea, con organico misto formato da artiglieri italiani e tedeschi.
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