Distintivo Scuola di Guerra Ufficiali del Regio Esercito 1930 Aquila in bronzo dorato
Notevole distintivo in bronzo dorato e smalti policromi per i militari della Scuola di Guerra Ufficiali del Regio Esercito…
Descrizione prodotto
Notevole distintivo in bronzo dorato e smalti policromi per i militari della Scuola di Guerra Ufficiali del Regio Esercito.
L’oggetto riporta, al recto, la classica aquila sabauda coronata con le ali spiegate portante al petto la croce Savoia, con la testa rivolta a sinistra e poggiante su uno scettro.
Al verso il distintivo si presenta completamente liscio ed è assente il marchio del produttore; presente ed in perfette condizioni la spilla e relativo fermaspilla.
Il distintivo si presenta in buono stato di conservazione generale; purtroppo si segnala il distacco dello smalto del quarto superiore della croce Savoia.
Pezzo di notevole rilevanza che ha vissuto gli anni ruggenti del Regio Esercito.
Epoca | 1930 |
Nazione | Italia |
Materiali e finiture | Bronzo dorato e smalti policromi |
Dimensioni | 3 cm x 3 cm |
Rarità |
L’Istituto Superiore di Guerra riallaccia le sue tradizioni alla Scuola di Applicazione di Stato Maggiore, istituita con decreto 24 gennaio 1861 alle dirette dipendenze dell’Ufficio Superiore del Corpo di Stato Maggiore, per abilitare ufficiali delle varie Armi allo specifico servizio.
Nel 1922 vengono ripresi i corsi regolari, sospesi durante la guerra 1915-1918, che dall’anno successivo hanno cadenza triennale.
Nuovi regolamenti nel 1926, 1928, 1934, 1936, e 1940, stabiliscono delle varianti all’ordinamento degli studi e della preparazione dei candidati, in base ai nuovi compiti che le esigenze dei tempi consigliano di assegnare all’Esercito.
Nel frattempo la Scuola ha assunto dal 1° novembre 1935 la denominazione di Istituto Superiore di Guerra la cui attività continua anche durante il secondo conflitto mondiale, venendo poi sospesa l’8 settembre 1943.
Comandanti (1935-1943)
Gen. D. Mario Vercellino
Gen. D. Curio Barbasetti di Prun
Gen. D. Luigi Mentasti
Gen. D. Alberto Ferrero
Gen. D. Angelo PivanoSede
TorinoSalsomaggiore
l’Istituto venne ricostituito nel 1947 a Civitavecchia.
Da allora la Scuola di Guerra dell’Esercito ha visto più volte mutare il suo ordinamento nonché l’iter formativo dei suoi frequentatori, fino alla più recente dislocazione dei Corsi di Stato Maggiore presso la Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito a Torino e alla fusione del Corso Superiore di Stato Maggiore con l’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze (ISSMI) presso il Centro Alti Studi per la Difesa (CASD) in Roma.
Nel tempo, si sono succeduti, in qualità di Allievi, di Comandanti e di Docenti, illustri ed insigni personaggi della storia nazionale, quali Cavalli, Cavour, Faà di Bruno, Lagrange.
Procedendo in ordine cronologico, devono essere considerate prima la Scuola di Applicazione di Artiglieria e la Scuola di Applicazione del Genio, (derivando esse dalla matrice più antica, ossia dalle “Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione”, fondate a Torino nel 1739, la cui attività, durata circa ottant’anni, si era conclusa con la restaurazione postnapoleonica), e poi la Scuola di Applicazione di Cavalleria ed infine la Scuola di Applicazione di Fanteria. Infatti, negli anni tra il 1816 ed il 1822 le loro funzioni erano state progressivamente devolute parte alla “Regia Accademia Militare” (1816) e parte alla “Scuola di Applicazione per gli Ufficiali del Corpo Reale del Genio” (1819) ed alla “Scuola Teorica di Applicazione ad uso degli Ufficiali del Corpo Reale di Artiglieria” (1822). Tra il 1830 ed il 1835 anche l’attività di queste due Scuole cessava e la preparazione dei giovani Ufficiali era interamente affidata all’Accademia, nel cui ambito venivano costituite, con funzioni simili a quelle delle disciolte Scuola di Applicazione, dapprima (nel 1834) la “Scuola Comlementare” e poi, in sua vece (nel 1839), la “Scuola di Applicazione per le Armi Dotte”.
A seguito delle esperienze della Prima Guerra d’Indipendenza e della conseguente riforma dell’esercito sabaudo, veniva nuovamente operata la separazione tra i corsi della “Regia Accademia Militare” e quelli teorico-applicativi.
Per lo svolgimento di questi ultimi, infatti, il re Vittorio Emanuele II istituiva, nel 1851, la “Scuola Complementare per gli Ufficiali di Artiglieria e Genio”, ordinativamente autonoma rispetto alla stessa Accademia.
Dopo un brevissimo periodo di chiusura, questa nel secondo semestre del 1863, veniva nuovamente ricostruita con la denominazione di “Scuola d’Applicazione delle Armi di Artiglieria e Genio” e, nel 1897, posta assieme alla “Regia Accademia Militare” sotto un unico comando.
Il funzionamento della Scuola proseguiva per oltre cinque lustri, ossia fino a quando il decreto del 14 ottobre 1924 disponeva il suo scioglimento ed il trasferimento dei suoi compiti ad un comando dei corsi straordinari, inserito nelle strutture ordinative dell'”Accademia Militare di Artiglieria e Genio”.
Tale riunificazione fu di breve durata, in quanto nel 1928 i due Istituti, pur mantenendosi sotto un unico comando, tornavano a separarsi, acquisendo rispettivamente le denominazioni di “Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio” e di “scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio”.
Queste, a causa degli eventi bellici, cessavano di svolgere le loro funzioni istituzionali l’8 settembre del 1943, alcuni mesi dopo il trasferimento della prima a Lucca e della seconda a Montecatini Terme.
Nel 1949, i corsi applicativi degli Ufficiali di artiglieria e del genio riprendevano a Scuole inizialmente separate e, dal 1951, inserite nelle “Scuole di Applicazione d’Arma”, per poi confluire nel 1976 in quelli della costituenda “Scuola di Applicazione”.
Per quanto riguarda la “Scuola di Applicazione di Cavalleria”, è da ricordare che le sue radici risalivano alla “Regia Scuola Militare di Equitazione”, fondata in Venaria Reale nel 1823 e, successivamente, trasferita a Pinerolo e trasformata in “Scuola Militare di Cavalleria” nel 1849, “Scuola Normale di Cavalleria” nel 1862, “Scuola si Cavalleria” nel 1887 e “Scuola di Applicazione di Cavalleria” nel 1910.
Come la “scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio”, anche quella di Cavalleria cessava di esistere l’8 settembre 1943; dopo il termine del conflitto le sue funzioni venivano trasferite nel 1949 alla “Scuola di Applicazione di Fanteria”, nel 1954 alla “Scuola di Applicazione di Fanteria e Cavalleria” e nel 1976 alla “Scuola di Applicazione”.
La “Scuola di Applicazione di Fanteria” traeva origine dalla “Scuola Normale di Fanteria” istituita a Torino nel 1849 ed, in seguito, denominata “Scuola Militare di Fanteria” nel 1850, con sede a Ivrea e, nel 1862, “Scuola Normale di Fanteria”, inizialmente stanziata sempre a Ivrea e successivamente a Colorno (1864) a Parma (1865).
Nel 1869 essa fu trasformata in “Scuola Centrale di tiro, scherma, ginnastica e nuoto, per la Fanteria”, per poi assumere la denominazione di “Scuola Normale di Fanteria” nel 1873, di “Scuola Centrale di tiro di Fanteria” nel 1888 e di “Scuola di Applicazione di Fanteria” nel 1910.
La Scuola, discioltasi l’8 settembre 1943 dopo un’eroica resistenza opposta alle truppe tedesche, veniva ricostituita a Torino nel 1949 con la precedente denominazione, poi modificata, nel 1954, in quella di “Scuola di Applicazione di Fanteria e Cavalleria”.
Nel 1951 essa era inquadrata nelle “Scuole di Applicazione d’Arma” e nel 1976 i suoi compiti venivano devoluti alla Scuola di Applicazione.
Dal 1° giugno 2003 inglobando i corsi svolti fino a quella data presso la Scuola di Guerra di Civitavecchia, l’Istituto ha assunto l’attuale denominazione:”Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito”.
A far data dal 3 Agosto 2009 Il Comando Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito assume la denominazione di Comando delle Scuole – Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito ed ha la responsabilità della gestione unitaria del settore “formazione” per tutto il personale della Forza Armata.
Per assolvere tali compiti, Il Comando delle Scuole – Scuola di Applicazione e ISME, ha alle proprie dipendenze tutti gli Istituti di formazione di base e avanzata della Forza Armata fra i quali spiccano l’Accademia Militare di Modena, le due Scuole militari di Napoli e Milano, la Scuola Sottufficiali di Viterbo, il Raggruppamento Unità Addestrative per i Volontari di Capua, nonché la Scuola Lingue Estere di Perugia.
A far data dall’ 8 marzo 2010, in aderenza alle disposizioni emanate dallo Stato Maggiore dell’Esercito con foglio prot. n.78 cod. id. 152 ind. cl. 1.8.3.9, in data 18 febbraio 2010 il Comando delle Scuole – Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito, pur mantenendo la duplice funzione di Vertice d’Area e Istituto di Formazione, cambia denominazione assumendo quella di Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito.
Con il provvedimento disposto dallo Stato Maggiore dell’Esercito con foglio prot. n. 27 cod. id. 152 ind. cl. 1.8.3.9 in data 11 gennaio 2011, la Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito dal 1° Febbraio 2011 ha assunto la nuova denominazione di Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito (fonte: Esercito Italiano – Notizie, Concorsi, Operazioni, Storia).
Continua a leggere:
http://www.esercito.difesa.it/organizzazione/aree-di-vertice/comando-per-la-formazione-specializzazione-e-dottrina-dell-esercito/Comando-per-la-Formazione-e-Scuola-di-Applicazione/Pagine/La-Scuola-di-Applicazione.aspx
Il Regio Esercito fu l’esercito del Regno d’Italia dal 4 maggio 1861 al giugno 1946.
È stato impiegato in tutte le vicende belliche che hanno visto coinvolto il Paese, inclusa la terza guerra di indipendenza e soprattutto la prima e la seconda guerra mondiale.
Fu inoltre protagonista del colonialismo italiano.
Con la fine del regno dei Savoia cambiò nome in Esercito Italiano.
Il 24 maggio 1915 l’esercito italiano avanzò oltre il confine austro-ungarico segnando l’apertura delle ostilità anche per l’Italia nella prima guerra mondiale.
L’inizio del conflitto aveva accresciuto a 12 i corpi d’armata e a 25 le divisioni, e l’esercito italiano aumentò fino a raggiungere le 900.000 unità. Anche le iniziali 600 mitragliatrici 3.000 bocche da fuoco di vari calibri si moltiplicarono enormemente durante la ostilità.
Nel corso della guerra inoltre presero vita gli Arditi, venne potenziato il Servizio Aeronautico e fece la sua comparsa il carro armato.
Nell’estate del 1916 si concluse la conquista di Gorizia, grazie anche alla presa del Monte Sabotino ad opera della 4ª Divisione agli ordini di Pietro Badoglio.
La 12ª ed ultima battaglia dell’Isonzo segnò invece, il 24 ottobre 1917, la catastrofica sconfitta di Caporetto.
Le forze austro-tedesche sfondarono proprio nel settore del XXVII Corpo d’armata comandato dal “fuggiasco di Tolmezzo” (Pietro Badoglio), ma la resistenza delle truppe sul Piave e sul monte Grappa dal 10 novembre al 4 dicembre 1917 posero fine alla fase negativa della guerra.
Nel 1918 il Regio Esercito fu impiegato anche all’estero: in Francia con il II Corpo d’armata combatté a Bligny (15 – 23 luglio) e lungo la Chemin des Dames (10 – 12 ottobre); in Albania vinse la battaglia di Malakastra (6-9 luglio).
Proprio in Albania e in Macedonia le truppe italiane occuparono Durazzo il 29 dicembre 1915 e Bitola il 18 novembre 1916.
Il conflitto mobilitò circa 4.000.000 di militari, fece circa 600.000 caduti e 1.500.000 tra feriti e invalidi.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Regio_Esercito
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