Descrizione prodotto
Splendido distintivo di notevoli dimensioni del Gruppo Aerosiluranti Faggioni della Aeronautica Nazionale Repubblicana della R.S.I..
E’ formato da un’aquila ad ali spiegate inframezzata da un siluro, entrambi su una corona di alloro. Nel cartiglio sottostante è visibile
l’iscrizione “Gruppo Faggioni” che ne indica naturalmente il reparto.
Il distintivo fu realizzato verso la fine 1944 in due varianti: I° Grado “Oro” e II°Grado “Argento”, quest’ultimo qui proposto. Pur non essendo un brevetto, ne aveva la stessa funzione, infatti era assegnato a titolo specialistico onorifico assieme ad un attestato, con tanto di autorizzazione e ordine del giorno. Pochissimi poterono fregiarsene. Il pezzo è in ottime condizioni, con i suoi rivetti ancora intatti e la sua spilla originale. Purtroppo il tempo non ha permesso all’argentatura e alla doratura originali, che erano di bassissima qualità, di giungere a noi intatte. In ogni caso, lo splendore e la maestosità di questo distintivo sono indiscutibili ed è un pezzo da non perdere assolutamente.
Epoca | 1944 |
Nazione | Italia |
Materiali e finiture | Similoro con finiture argentate dorate |
Dimensioni | 7 cm x 5 cm |
Rarità |
(Carlo Faggioni)
Per conoscere la storia di questo distintivo, e’ utile conoscere anche chi e’ stato Carlo Faggioni ed il retroscena, frutto di un equivoco, sulla storia di questo eroico gruppo. Carlo Faggioni (Carrara, 26 gennaio 1915 – Nettunia, 10 aprile 1944) è stato un aviatore italiano. Specialista degli aerosiluranti durante la seconda guerra mondiale, prestò servizio inizialmente nella Regia Aeronautica del Regno d’Italia al comando della 281ª squadriglia del 132º Gruppo Autonomo Aerosiluranti e, successivamente alla firma dell’armistizio di Cassibile, nell’Aeronautica Nazionale Repubblicana dove ricevette l’incarico di comandante del Gruppo Aerosiluranti Buscaglia venendo decorato con la Medaglia d’oro al valor militare dal governo della Repubblica Sociale Italiana. La notizia dell’armistizio dell’8 settembre 1943 lo colse in licenza a Carrara. Il giorno seguente, rinunciando alla licenza, raggiunse l’aeroporto di Peretola da cui, imbarcatosi su un Savoia-Marchetti S.M.79, raggiunse i propri commilitoni all’Aeroporto Enrico Comani di Littoria. Da qui il gruppo di Faggioni fu comandato a Siena, poi a Decimomannu, Melis e nuovamente a Siena. Qui ricevette poi l’ordine di lasciare l’aeroporto e di mandare in licenza i propri uomini. Faggioni obbedì solo dopo aver ricevuto ordine scritto. Dopo essere ritornato a casa, qualche giorno più tardi si recò a Firenze per mettersi a disposizione della Scuola di Applicazione dell’Aeronautica Militare in cui l’attività, nonostante l’armistizio era proseguita.Nell’ottobre 1943, in seguito al bando Botto, decise di aderire alla R.S.I. proseguendo l’impegno bellico nell’Aeronautica Nazionale Repubblicana in qualità di comandante del 1º Gruppo Aerosiluranti Buscaglia, intitolato all’asso Carlo Emanuele Buscaglia, creduto morto in azione di guerra.
(Cerimonia di giuramento alla Repubblica Sociale Italiana di Carlo Faggioni.)
l gruppo Buscaglia, composto inizialmente da otto aerosiluranti cui se ne aggiunsero poi altri dodici velivoli, fu ufficialmente costituito il 14 ottobre 1943 nel campo di Gorizia mentre nel frattempo a Lonate Pozzolo fu istituito un campo addestramento. La prima azione bellica fu compiuta da sei velivoli alcuni mesi dopo, il 10 marzo 1944 per contrastare lo sbarco angloamericano a Nettunia (le attuali Anzio e Nettuno). Gli aerosiluranti di Faggioni riuscirono a silurare un piroscafo avversario al largo dell’attuale Nettuno. Nella stessa notte fu effettuato un nuovo attacco che portò solo al danneggiamento di un piroscafo, un cacciatorpediniere e alcuni natanti minori. Per questa azione Faggioni fu decorato con la Croce di Ferro di I classe. Il 14 marzo l’attacco fu ripetuto ed ottenne solo il probabile danneggiamento di due navi nemiche. Il Comando alleato, preoccupato per l’incursione degli aerosiluranti, dispose per il 18 marzo il bombardamento a tappeto del campo di Gorizia rendendolo inutilizzabile. Faggioni, senza perdersi d’animo, ordinò al suo gruppo di trasferirsi a Lonate Pozzolo.Il 6 aprile 1944 fu lanciata una nuova azione su Nettunia, che prevedeva una sosta intermedia a S. Egidio di Perugia, ma all’altezza di Firenze la squadriglia di 13 Savoia-Marchetti S.M.79 fu sorpresa da una squadriglia americana formata da P.47 Thunderbolts, che dopo aver intercettato la comunicazione, era appositamente decollata poche ore prima da Palo in Corsica. Nello scontro che seguì gli aerosiluranti, appesantiti dai siluri, ebbero la peggio perdendo sei velivoli e riportando notevoli danni tutti gli altri. Lo stesso Faggioni fu costretto ad un atterraggio di emergenza ad Arezzo.La missione fu ripetuta la sera del 10 aprile dai cinque velivoli ancora in condizione di volare, tra cui quello di Faggioni. Per facilitare le operazioni di decollo notturno dalla pista di S. Egidio di Perugia ai gregari poco esperti Faggioni decise di far riempire di benzina i serbatoi centrali, operazione che avrebbe facilitato il decollo dei velivoli ma che li avrebbe esposti a maggior rischio in combattimento. Solo Sponza, che aveva la necessaria perizia per decollare in situazioni difficoltose fu esonerato, mentre Faggioni per condividere il medesimo rischio dei propri subordinati fece riempire anche i propri. Nella fase di decollo l’aereo pilotato dal tenente Francesco Pandolfo ebbe un’avaria al carrello e fu impossibilitato alla partenza.
La squadriglia, ridotta a quattro velivoli, puntò allora su Nettunia procedendo a raso mare per sfuggire ai radar e giungendo sull’obiettivo intorno alle 23.50. L’attacco di Bertuzzi giunto pochi secondi prima mise in allerta la difesa anglo-americana e Faggioni che si stava predisponendo ad attaccare un grosso mercantile fu colpito dalla contraerea navale morendo nell’esplosione del suo aereo. L’aereo di Sponza, più volte colpito e in fiamme fu costretto ad ammarare mentre il velivolo del capitano Giuseppe Valerio, dopo l’attacco e provato dai colpi ricevuti, incappato in una turbolenza, precipitò durante il tentativo di atterraggio di emergenza lungo la strada di ritorno. Solo il velivolo guidato dal capitano Irnerio Bertuzzi riuscì a tornare alla base. Le circostanze esatte dell’abbattimento di Faggioni non furono note al comando dell’ANR e l’aviatore fu considerato disperso in combattimento. Infatti solo il tenente Ottone Sponza aveva notato l’esplosione del velivolo guidato dal suo comandante, ma fu preso prigioniero insieme al suo equipaggio da un mezzo da sbarco americano. Portato a Napoli fu interrogato da un ufficiale italiano dove ricevette le condoglianza dell’asso dell’aviazione Giulio Cesare Graziani che aveva appreso della morte di Faggioni in seguito al ritrovamento in mare del suo berretto e di un portadocumenti. Alla memoria di Carlo Faggioni fu concessa dalla R.S.I. la medaglia d’oro al valor militare.A Faggioni fu intitolato il Gruppo Aerosiluranti dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana che aveva comandato. Si era nel frattempo scoperto che il maggiore Buscaglia in realtà non era morto e che, dopo essere stato liberato dalla prigionia, aveva deciso di proseguire la guerra nell’Aeronautica Cobelligerante Italiana, nello “Stormo Baltimore”. Il comando fu assunto dal capitano Marino Marini.Nel Museo Storico della sbarco ad Anzio è esposta un’elica tripala appartenente ad un Savoia-Marchetti S.M.79 del gruppo Faggioni abbattuto durante lo sbarco. Il Gruppo Faggioni continuo’ a combattere: Il 1º giugno 1944 una squadriglia di 10 velivoli Savoia-Marchetti S. M. 79, guidata dal comandante Marini, partì per una nuova missione contro la piazzaforte britannica di Gibilterra. Il 3 giugno gli aerosiluranti si trasferirono a Istres in Francia e il 5 giugno la squadriglia, composta da dieci aerosiluranti, arrivò sull’obiettivo. La squadriglia effettuò un attacco contro le navi alla fonda nel porto di Gibilterra ma, a causa delle reti parasiluri, danneggiò solo lievemente quattro piroscafi.La squadriglia rientrò alla base senza aver subito perdite, ma lungo il percorso tre velivoli, per mancanza di carburante, effettuarono una scalo supplementare in Spagna e altri due a Perpignan. L’azione ebbe vasta eco e tutti i partecipanti all’impresa furono decorati con la medaglia d’argento.
Il 6 luglio 1944 invece, un attacco contro il porto di Bari fallì a causa del forte fuoco di contraerea, soltanto Perina riuscì a danneggiare lievemente con un siluro un cacciatorpidiniere, nelle acque antistanti. Invece ebbe successo, a fine luglio, il siluramento di un piroscafo al largo di Bengasi. Nell’agosto si venne a sapere della morte presunta di Buscaglia all’aeroporto di Napolii così il gruppo cambiò denominazione e fu intitolato a “Carlo Faggioni”. Il 25 dicembre 1944 e il 5 gennaio avvennero le ultime azioni belliche nel corso delle quali il pilota Del Prete affondò un ultimo piroscafo al largo di Rimini.
Richiedi informazioni
PAGAMENTO
- Bonifico Bancario:
Banka Koper (Gruppo Intesa-San Paolo), C/C intestato a GLOBALFAKTOR D.o.o
IBAN: SI56 1010 0005 4238 127
SWIFT/BIC: BAKOSI2X - Paypal (presto disponibile)
- Skrill (presto disponibile)
SPEDIZIONI
Tutte le spedizioni vengono effettuate con corriere espresso o attraverso altre tipologie, in ogni caso con numero di tracciatura. Potete specificarci comunque le vostre preferenze.
In vetrina
Ultimi inserimenti
- Berretto Gerarca PNF Ruolo GIL Segretario Federale fascista uniforme nera fez 1.390,00 €
- Placca Distintivo 4° Giro Aereo LOMBARDIA 1935 Aero Club Milano Regia Aeronautica Balbo 590,00 €
- Berretto Centurione Milizia della Strada MVSN mod.34 periodo fascista AOI polizia 980,00 €
- Placca Distintivo Giro Aereo MANTOVA 1936 Avio Raduno RUNA Regia Aeronautica Balbo PNF 480,00 €
- Placca Distintivo Giro Aereo NOVARA 1937 Avio Raduno RUNA Regia Aeronautica Balbo PNF 480,00 €
- Raro berretto da Maggior Generale in Comando di Brigata modello 909 Regio Esercito Prima Guerra Mondiale Grande Guerra 1915 4.500,00 €
- Uniforme da Segretario di Governo delle Colonie con berretto A.O.I. Africa Orientale Italiana periodo fascista 1934 1.750,00 €